La pietra di Luserna, un materiale lapideo raffinato dai mille usi
Scopriamo un rivestimento italiano di grande impatto, la pietra di Luserna, adatto per facciate, lastricati e perfino per le piscine!
La pietra di Luserna è uno dei materiali lapidei di prima scelta sia per i rivestimenti che per i pavimenti, perché garantisce un risultato estetico nobile e raffinato in qualsiasi contesto, sia in ambito urbano che nell’edilizia.
L’eleganza di questo tipo di pietra lamellare la rende la soluzione perfetta per edifici di un certo valore, tanto che è stata usata sia per le pavimentazioni esterne del Palazzo Reale di Torino, il castello di Racconigi e la Venaria Reale, che per la copertura in ‘lose’ della Mole Antonelliana.
A livello mineralogico la pietra di Luserna è uno gneiss, ovvero una roccia metamorfica di tipo lamellare. A seconda della diversa composizione (presenza di quarzo e feldspato) si avranno differenti sfumature di grigio, tendente al giallo o al verde. Diffusasi negli anni ’70, è oggi molto apprezzata da architetti e designer, sia italiani che stranieri.
La lavorazione tipica era, e parzialmente rimane ancora oggi, il sezionamento dei blocchi in lastre e la loro successiva riquadratura per ottenere materiale destinato alla pavimentazione urbana (lastre, cordoli da marciapiede, trottatoi, cunettoni, ecc…), alla costruzione vera e propria (lastre da balcone, modiglioni, gradini, alzate, soglie, stipiti ed architravi), e alla copertura (lastre per i tetti).
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Questo materiale lapideo si ricava per estrazione da cave che, per la maggior parte, sono dislocate nelle aree dei comuni di Luserna San Giovanni, Rorà e Bagnolo Piemonte. Le aziende che operano in questo settore hanno una lunghissima esperienza. Come l’azienda Vottero Riccardo, che da più di 90 anni, attraverso tre generazioni, estrae e commercializza la pietra di Luserna.
Nelle zone di montagna, ma non solo, i rivestimenti in pietra naturale e i tetti in ‘lose’ sono in assoluto le soluzioni più utilizzate, proprio per la loro funzionalità e la loro resistenza agli agenti atmosferici. Altrettanto importante in una scelta di questo tipo è l’aspetto estetico ed ambientale nell’ambito delle progettazioni architettoniche di ultima generazione, limitando al massimo l’impatto ambientale nel contesto in cui il tetto viene inserito.
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La pietra di Luserna si presta ad un uso praticamente infinito. Le lastre hanno spessore variabile, a seconda della destinazione. Per le pavimentazioni si possono usare formati grandi, quadretti rettangolari oppure i più caratteristici sampietrini, utili anche per lastricare piazze e vie in modo elegante.
Tipi fili di lavorazione della pietra di Luserna
La fiammatura
Questo tipo di finitura si ottiene con un getto di oltre 2000° sulla superficie della pietra. Il risultato è un aspetto ruvido e leggermente opaco, incredibilmente vellutato, ideale anche per pavimentare zone a forte calpestio o attorno alle piscine.
Un esempio di lussuoso rivestimento è la piscina dell’Hotel Imperiale a Santa Margherita Ligure, affacciata sul golfo del Tigullio, arricchita da elementi in pietra di Luserna a piano fiammato di medie dimensioni, che le conferiscono un’incredibile raffinatezza.
La spazzolatura
La finitura a piano spazzolato è un tipo di lavorazione recente, che conferisce alla pietra un aspetto simile alla fiammatura del legno, ma meno ruvido, particolarmente indicata per usi interni grazie all’estrema facilità di pulizia.
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Spacco naturale
Ideale per l’arredo urbano, come nel caso del lastricato di piazzetta Liberty a Milano, proprio dietro il Duomo, dove Vottero ha realizzato la pavimentazione utilizzando piastrelle a spacco naturale, coste segate a colore omogeneo, con formati cm 25-30-40 a correre e spessore tra i 4 e i 6 cm, per garantire la piena carrabilità.
La lucidatura
In caso si voglia ottenere un risultato di grande impatto estetico la pietra di Luserna può essere anche lucidata. Questo tipo di finitura si ottiene attraverso delle macchine che puliscono e lucidano il piano con grane abrasive via via più fini.
È un tipo di lavorazione che si utilizza anche per il marmo e che rende la pietra particolarmente adatta agli interni, come ad esempio nella realizzazione da parte della Vottero del rivestimento della hall d’ingresso di un grattacielo a Jakarta, dove la superfixie gioca sull’alternanza tra pietra lucida e levigata, per generare a parete un contrasto tra le due finiture.
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